Ciao!
Questo primo post del blog di Youspeakitalian parla di "ciao", una delle parole italiane più usate fuori dall'Italia. Perché ho scelto questa parola?
Per la sua etimologia, le storie che racchiude e le diverse persone che la usano. Inoltre, "ciao" non è legata alla rinomata influenza dell'Italia nelle arti, nella musica o nella cucina, i tre domini più influenti per la lingua italiana a livello internazionale.
Invece, è un semplice saluto con una ricca storia e una portata globale.
Continua a leggere e scopri come questa piccola parola unisce culture e collega persone in tutto il mondo.
A parte alcuni paesi di lingua inglese, "ciao" è diffuso in molte altre regioni non italiane, specialmente alla fine delle conversazioni.
Diamo un'occhiata a cosa rende "ciao" così attraente a livello globale e vediamo dove le persone lo usano regolarmente.
Cominciamo con l'Europa.
Nel sud della Germania, in particolare in Baviera, "ciao" è comune quanto "tschüss", una parola tedesca usata alla fine di una conversazione informale. Parole simili come "čao", "čiau" e "čau" sono usate in slovacco, ceco e in varie lingue slave.
Ricordo di essermi sentita piuttosto confusa quando ho sentito un uomo terminare la sua telefonata con "Ciao ciao", dopo aver parlato in rumeno per tutta la conversazione.
Restando in Europa: anche in Francia (!), sebbene meno comune, potresti sentire "tchao."
In Portogallo e in molti paesi del Sud America come Argentina, Cile, Brasile e Uruguay, le parole "tchau" e "chao" sono ampiamente usate.
Anche se l'ortografia potrebbe ingannare, si tratta proprio della stessa parola.
Un bel viaggio per una parola di quattro lettere!
Se vuoi sapere dove tutto è iniziato, continua a leggere.
L'etimologia (la storia, l'origine e i cambiamenti di forma e significato di una parola) di "ciao" è molto interessante.
Deriva dal saluto veneziano "s-cia(v)o", che significa "schiavo", utilizzato per esprimere rispetto e lealtà.
Venezia, un importante centro di commercio, arte e cultura, ha influenzato notevolmente l'Europa. Espressioni come "vi sono schiavo" appaiono nelle opere del commediografo veneziano Carlo Goldoni.
Saluti simili sono ancora usati oggi, ma indovinate dove: nel sud della Germania! Lì, "servus" è ancora usato come alternativa a "tschüss" e "ciao", mantenendo lo stesso significato, ma senza alcuna connotazione servile. Lo sapevi?
Passiamo ora al 1900.
I migranti italiani del 20° secolo, insieme alla crescente popolarità dell'Italia come destinazione turistica dopo la Seconda Guerra Mondiale, hanno probabilmente svolto un ruolo significativo nella diffusione del nostro ciao.
L'influenza del cinema italiano e della letteratura mondiale, come l'uso di "ciao" in "Addio alle armi"di Ernest Hemingway, potrebbero aver contribuito alla sua popolarità globale.
Anche la canzone partigiana "Bella ciao", già famosa, ha avuto una seconda vita come sigla della serie spagnola "La casa de papel" (La casa di carta).
E infine, una curiosità: come si chiama il motorino nella foto?
Ma ovviamente Ciao, uno dei ciclomotori Piaggio più venduti in Italia dal 1967 al 2006.